La fasciosfera by Dominique Albertini David Doucet

La fasciosfera by Dominique Albertini David Doucet

autore:Dominique Albertini, David Doucet [Dominique Albertini, David Doucet]
La lingua: ita
Format: epub
editore: La nave di Teseo
pubblicato: 2018-03-28T04:00:00+00:00


All’assalto delle biblioteche pubbliche

Malgrado l’approvazione della legge Taubira,6 Le Salon Beige non rinuncia alla propria funzione mobilitante. Ormai conscio del suo potere di trascinamento, non esita, per difendere i propri punti di vista, a far pressione su specifiche personalità. “Ci siamo assunti per intero il nostro ruolo di lobby,” chiarisce Janva. “Sapendo molto bene che se si mette in rete una e-mail o un numero telefonico per deprecare l’attività di un pub indecente, i responsabili finiranno per essere perseguitati per tutto il giorno.”

All’inizio del 2014, quando il sito lancia una crociata contro certe “biblioteche ideologiche” ritenute responsabili di apologia della “teoria del genere”, il metodo capillarmente applicato è quello già descritto. “Una lettrice mi segnala la presenza nelle biblioteche municipali di Versailles di un gran numero di opere, film e libri per l’infanzia raccomandati da ABCD de l’égalité7 o da siti favorevoli a forme di sessualità alternativa,” scrive Janva il 4 febbraio. Le opere in questione hanno per titolo: Mademoiselle Zazie a-t-elle un zizi? (“Zazì, tu ce l’hai il pisellino”), La princesse qui n’aimait pas le princes (“La principessa che non amava i principi”), Tango a deux papas, et pourquoi pas? (“Tango ha due papà, perché no?”) o anche La fille qui voulait être un garçon (“La ragazza che voleva essere un ragazzo”). “Sono libri che puntano a traumatizzare i bambini e a creare in loro un dubbio circa la propria sessualità,” prosegue il blogger. “Ho allertato tutta Versailles, ma anche i genitori di altre città in modo da metterli nelle condizioni di valutare l’ampiezza del disastro consultando gli inventari online delle rispettive biblioteche comunali.”

Nei giorni successivi, Le Salon Beige passa al setaccio molte altre biblioteche municipali, evidenziandovi opere giudicate tendenziose. Fornendo indirizzo e numero telefonico delle istituzioni, il sito incita i lettori a fare pressioni in modo da “ripulirne” gli scaffali: “Verificate il contenuto della vostra biblioteca comunale e, se è il caso, chiedete al sindaco di ritirare quelle opere, per il bene dei vostri figli.” Avvisi che sembrano essere stati presi sul serio e che hanno avuto un effetto, sebbene in misura limitata: “Abbiamo ricevuto una trentina di e-mail in due giorni, alcune cortesi, altre francamente insolenti,”8 ci fanno sapere in una biblioteca di Versailles, nella quale i libri in questione non sono stati comunque rimossi. A Tolone, presso l’ufficio culturale del municipio, sarebbero arrivate “meno di cinque e-mail”: “I consiglieri municipali del FN hanno cercato di montare il caso. E la cosa ci ha tenuti occupati per tre giorni. Ma, onestamente, devo dire che hanno fatto un buco nell’acqua.”9

Un comunicato del ministero della cultura riferirà dell’ingresso, in determinate biblioteche, di individui “giuntivi per frugare tra gli scaffali” ed “esigere la notifica della consultazione di qualunque opera non corrispondesse alla morale che gli stessi pretendevano d’incarnare”.10 Si stenta, però, a trovar traccia di operazioni del genere. E, davvero, il comunicato – facendo pomposamente appello a “Voltaire e allo spirito dei Lumi” – sembra aver offerto all’iniziativa una pubblicità che il suo impatto effettivo non sarebbe stato sufficiente ad assicurarle.



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